mercoledì 1 aprile 2009

RICORDATE IL MINISTERO DELLE PARI OPPORTUNITA' DI STEFANIA PRESTIGIACOMO? ECCO COME DIPINGEVA DUE DONNE: RACHELE MUSSOLINI E TINA ANSELMI

RICORDATE IL MINISTERO DELLE PARI OPPORTUNITA’ QUANDO ERA DIRETTO DALL’ON. STEFANIA PRESTIGIACOMO? EBBENE, IN QUEL PERIODO USCI’ UN LAVORO EDITORIALE A PIU’ MANI CHE ILLUSTRAVA LA VITA DELLE ITALIANE CHE SI ERANO DISTINTE NEL CORSO DEL SECOLO SCORSO. QUELLO CHE SEGUE E’ L’ESTRATTO DI DUE FIGURE, RACHELE GUIDI IN MUSSOLINI E LA PARTIGIANA TINA ANSELMI, PRESE AD ESEMPIO PER DIMOSTRARE L’ACCURATEZZA E LA PARZIALITA’ CON CUI VENGONO STRAVOLTI I FATTI STORICI (PER INCISO, IL TUTTO CON SOLDI PUBBLICI).

Rachele Mussolini
(1890 - 1979)

Rachele Guidi, casalinga. (…)
Rachele conquista il titolo di “donna” in virtù del suo carattere forte e combattivo, in ragione del suo essere stata fondamentalmente un monumento di dignità. Tal prefetto Saverio Polito, quando la porta via da Villa Torlonia verso una destinazione d’ufficio stabilita dall’empio maresciallo Badoglio, le strappa la mano dalla rigidità che è propria di una signora ignobilmente sequestrata per compiere su di lei un volgare oltraggio sessuale, per infangare ulteriormente questa figlia del popolo che nessuna lusinga borghese aveva mai distolto dalla propria natura di madre, moglie e padrona.
Immune ai richiami e alle chimere della nobiltà perfino, sollecitata ad accettare un titolo principesco o una ducea almeno, questa donna cui hanno strappato il marito col sotterfugio tipico degli inquilini del Quirinale in un’Italia rovinata nel disastro civile ha dalla sua parte la regina Elena, sangue montenegrino, «culto della lealtà e dell’onore» che tuona contro Vittorio Emanuele: «A casa nostra, sotto il nostro tetto, contro tutte le regole dell’ospitalità, quell’orrenda autoambulanza nel giardino». (…)
A Rachele spetterà il potente compito di officiare alla restituzione delle spoglie martoriate del Duce. Dopo anni di opprimente ipocrisia democratica, in un mezzogiorno di sabato – grazie anche alle intercessioni di Pietro Nenni, amico di famiglia – convocata segretamente al cimitero di Predappio, donna Rachele riceve in una cassa di sapone la salma del marito. (…)

Pietrangelo Buttafuoco

Tina Anselmi
(1927)
Figlia del Veneto cattolico, classe 1927. Ragazzina della Resistenza. Democristiana dal 1944, quando aveva solo 17 anni, e quando anche la Dc aveva appena preso forma. Nel Consiglio nazionale del partito dal 1959, quando di anni ne aveva 32, ministro del Lavoro nel terzo governo Andreotti nel 1976, quando ne aveva 54. Eletta sei volte deputato tra il 1968 e il 1987. Le date, le stagioni, la regolarità e l’uniformità che scandiscono i suoi primi trent’anni di politica bastano da sole a fare di Tina Anselmi la dramatis persona della nascente democristianità, partigiana ciellenestica e consociativa, solida e materna, identitaria e domestica, nazionale e casalinga. (…).
La presidenza della commissione d’inchiesta parlamentare sulla P2, assegnatale nel 1982, cambiò il suo destino, quanto il moralismo giacobino, la vergogna del potere, l’istinto punitivo e tuttavia accomodante tra le parti, che furono la contraddittoria filosofia inquirente, dopo di allora, di tutte le commissioni parlamentari, cambiarono il corso del guerreggiato consociativismo italiano. (…). I 120 volumi degli atti della commissione che stroncò Licio Gelli e i suoi amici, gli interminabili fogli della Anselmi’s list, infatti, cacciavano streghe e acchiappavano fantasmi.

Pialuisa Bianco

NON CE L’HO FATTA A SCRIVERE TUTTO… ERO TROPPO DISGUSTATO!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che pagine di vergognosa e distorta memoria storica.... volete esaltare la figura di donna rachele, dico io, va bene infondo è stata ella stessa la prima vittima di quel fedifrago del marito... sul trattamento riservato Anselmi e sulla difesa della loggia massonica stendiamo un velo pietoso

Otello Scaccabarozzi ha detto...

E certo, la sora Anselmi je rovinò er festino. Però se sò arifatti, stì morammazzati!