giovedì 30 aprile 2009
martedì 28 aprile 2009
MA CHE "C'AZZECCA" DI PIETRO CON LA SINISTRA?

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lunedì 27 aprile 2009
LA STORIA SIAMO NOI... E OFFENDETEVI PURE!

IL FASCISMO NON E’ SOLO QUEL MOVIMENTO CHE SI INCARNAVA NELLA FIGURA DI MUSSOLINI. OGGI FASCISMO E’ LA CACCIA ALL’IMMIGRATO CON LA SCUSA CHE RUBA LAVORI CHE PERALTRO NESSUNO PIU’ VUOL FARE, E’ IL BISOGNO DI SICUREZZA SPINTO ALL’ESTREMO CHE PORTA A SCELTE AVVENTATE E A MISURE INUTILI.
OGGI FASCISMO E’ LA DITTATURA DEL CAPITALE SUL LAVORO, DELLA TELEVISIONE SULLA CULTURA.
OGGI FASCISMO E’ LA RICERCA DEL PENSIERO UNICO, NELLA MAGGIORANZA COME NELL’OPPOSIZIONE, E’ MANDARE NEL PARLAMENTO LISTE BLOCCATE, E’ OSTACOLARE LA MAGISTRATURA IN TUTTI I MODI.
OGGI FASCISMO SONO I 335 MORTI PER LAVORO DALL’INIZIO DELL’ANNO.
OGGI FASCISMO E’ LA DITTATURA DEL CAPITALE SUL LAVORO, DELLA TELEVISIONE SULLA CULTURA.
OGGI FASCISMO E’ LA RICERCA DEL PENSIERO UNICO, NELLA MAGGIORANZA COME NELL’OPPOSIZIONE, E’ MANDARE NEL PARLAMENTO LISTE BLOCCATE, E’ OSTACOLARE LA MAGISTRATURA IN TUTTI I MODI.
OGGI FASCISMO SONO I 335 MORTI PER LAVORO DALL’INIZIO DELL’ANNO.
E' QUESTO, E NON SOLO, IL FASCISMO DA CUI DOBBIAMO LIBERARCI OGGI!
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venerdì 24 aprile 2009
mercoledì 15 aprile 2009
LA RICOSTRUZIONE E IL MIRACOLO DI PIERCASINANDO

DOVE RECUPERARE I FONDI? L’AUGURIO E’ CHE NON PERPETRINO LA FARSA DELL’ACCORPAMENTO DEL REFERENDUM CON L'EVENTUALE TURNO DEL BALLOTTAGGIO DELLE AMMINISTRATIVE, CON LA SCUSA DEL RISPARMIO. E' PRATICAMENTE NULLO, SAREBBE SOLO UN ULTERIORE PRESA IN GIRO AL POPOLO AQUILANO CHE PROPRIO NON SE LO MERITA.
INTANTO PIERCASINANDO COMPIE IL MIRACOLO DELL’ANNO: EVITARE DI RECARSI IN UNA ZONA MARTORIATA DALLA DISTRUZIONE E DAL DOLORE E OTTENERE LA STESSA VISIBILITA’ MEDIATICA.
UN VERO GENIO, NON C’E’ CHE DIRE!
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martedì 14 aprile 2009
LETTERA DA UN'IPOCRITA

TANTO TRA UN PO’, QUANDO SI CALMERANNO LE ACQUE E IL CIRCO MEDIATICO ABBANDONERA’ LA PIAZZA AQUILANA, TUTTE QUESTE QUESTIONI FINIRANNO E FINALMENTE TORNERA’ AD ESSERE UN LORO PROBLEMA. E’ SEMPRE STATO COSI’ ED E’ GIUSTO CHE CONTINUI AD ESSERLO.
QUANTI DI NOI HANNO FATTO ANCHE SOLO UNA DI QUESTE RIFLESSIONI? ALLORA AGIAMO PER EGOISMO: LE CALAMITA’ NATURALI SONO TRA I FENOMENI PIU’ DEMOCRATICI, POSSONO COLPIRE CHIUNQUE. E SE DOMANI TOCCASSE A NOI? AIUTIAMOLI, NON LASCIAMOLI SOLI, FACCIAMO IL POSSIBILE PERCHE’ TUTTI QUEI BAMBINI POSSANO RECUPERARE AL PIU’ PRESTO LA LORO VITA, NE HANNO TUTTO IL DIRITTO E NOI IL DOVERE DI RENDERLO POSSIBILE!
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giovedì 9 aprile 2009
ANCHE QUESTO E' SERVIZIO PUBBLICO?
E' GIUSTO, NON E' IL MOMENTO DELLE POLEMICHE, MA E' VERGOGNOSO QUELLO CHE E' SUCCESSO AL TG 1!
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mercoledì 8 aprile 2009
LE SCOSSE CONTINUANO...

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martedì 7 aprile 2009
SIAMO TUTTI AQUILANI!

NON POSSIAMO FARE GRANDI COSE, MA UN PICCOLO AIUTO POSSIAMO DARLO.
PER SOSTENERE GLI INTERVENTI IN CORSO (CAUSALE "TERREMOTO ABRUZZO") SI POSSONO INVIARE OFFERTE A CARITAS ITALIANA TRAMITE IL CONTO CORRENTE POSTALE 347013 O TRAMITE UNICREDIT BANCA ROMA (IBAN IT38 K03002 05206 000401120727). OFFERTE SONO POSSIBILI ANCHE TRAMITE ALTRI CANALI, TRA CUI: INTESA SANPAOLO (FILIALE DI VIA AURELIA 796, ROMA - IBAN: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012), ALLIANZ BANK (FILIALE DI VIA SAN CLAUDIO 82, ROMA - IBAN: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097), BANCA POPOLARE ETICA (FILIALE DI VIA PARIGI 17, ROMA - IBAN: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113) E CARTASI E DINERS TELEFONANDO A CARITAS ITALIANA (06 66177001).
OPPURE POSSIAMO MANDARE UN SMS AL COSTO DI 1 EURO DA TUTTI GLI OPERATORI DI TELEFONIA MOBILE ATTIVI IN ITALIA AL NUMERO 48580 OPPURE CHIAMARE LO STESOS NUMERO DA RETE FISSA DI TELECOM ITALIA PER DONARE 2 EURO.
NON POSSIAMO FARE MOLTO, MA POSSIAMO FARE!
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mercoledì 1 aprile 2009
RICORDATE IL MINISTERO DELLE PARI OPPORTUNITA' DI STEFANIA PRESTIGIACOMO? ECCO COME DIPINGEVA DUE DONNE: RACHELE MUSSOLINI E TINA ANSELMI
RICORDATE IL MINISTERO DELLE PARI OPPORTUNITA’ QUANDO ERA DIRETTO DALL’ON. STEFANIA PRESTIGIACOMO? EBBENE, IN QUEL PERIODO USCI’ UN LAVORO EDITORIALE A PIU’ MANI CHE ILLUSTRAVA LA VITA DELLE ITALIANE CHE SI ERANO DISTINTE NEL CORSO DEL SECOLO SCORSO. QUELLO CHE SEGUE E’ L’ESTRATTO DI DUE FIGURE, RACHELE GUIDI IN MUSSOLINI E LA PARTIGIANA TINA ANSELMI, PRESE AD ESEMPIO PER DIMOSTRARE L’ACCURATEZZA E LA PARZIALITA’ CON CUI VENGONO STRAVOLTI I FATTI STORICI (PER INCISO, IL TUTTO CON SOLDI PUBBLICI).
Rachele Mussolini
(1890 - 1979)
Rachele Guidi, casalinga. (…)
Rachele conquista il titolo di “donna” in virtù del suo carattere forte e combattivo, in ragione del suo essere stata fondamentalmente un monumento di dignità. Tal prefetto Saverio Polito, quando la porta via da Villa Torlonia verso una destinazione d’ufficio stabilita dall’empio maresciallo Badoglio, le strappa la mano dalla rigidità che è propria di una signora ignobilmente sequestrata per compiere su di lei un volgare oltraggio sessuale, per infangare ulteriormente questa figlia del popolo che nessuna lusinga borghese aveva mai distolto dalla propria natura di madre, moglie e padrona.
Immune ai richiami e alle chimere della nobiltà perfino, sollecitata ad accettare un titolo principesco o una ducea almeno, questa donna cui hanno strappato il marito col sotterfugio tipico degli inquilini del Quirinale in un’Italia rovinata nel disastro civile ha dalla sua parte la regina Elena, sangue montenegrino, «culto della lealtà e dell’onore» che tuona contro Vittorio Emanuele: «A casa nostra, sotto il nostro tetto, contro tutte le regole dell’ospitalità, quell’orrenda autoambulanza nel giardino». (…)
A Rachele spetterà il potente compito di officiare alla restituzione delle spoglie martoriate del Duce. Dopo anni di opprimente ipocrisia democratica, in un mezzogiorno di sabato – grazie anche alle intercessioni di Pietro Nenni, amico di famiglia – convocata segretamente al cimitero di Predappio, donna Rachele riceve in una cassa di sapone la salma del marito. (…)
(1890 - 1979)
Rachele Guidi, casalinga. (…)
Rachele conquista il titolo di “donna” in virtù del suo carattere forte e combattivo, in ragione del suo essere stata fondamentalmente un monumento di dignità. Tal prefetto Saverio Polito, quando la porta via da Villa Torlonia verso una destinazione d’ufficio stabilita dall’empio maresciallo Badoglio, le strappa la mano dalla rigidità che è propria di una signora ignobilmente sequestrata per compiere su di lei un volgare oltraggio sessuale, per infangare ulteriormente questa figlia del popolo che nessuna lusinga borghese aveva mai distolto dalla propria natura di madre, moglie e padrona.
Immune ai richiami e alle chimere della nobiltà perfino, sollecitata ad accettare un titolo principesco o una ducea almeno, questa donna cui hanno strappato il marito col sotterfugio tipico degli inquilini del Quirinale in un’Italia rovinata nel disastro civile ha dalla sua parte la regina Elena, sangue montenegrino, «culto della lealtà e dell’onore» che tuona contro Vittorio Emanuele: «A casa nostra, sotto il nostro tetto, contro tutte le regole dell’ospitalità, quell’orrenda autoambulanza nel giardino». (…)
A Rachele spetterà il potente compito di officiare alla restituzione delle spoglie martoriate del Duce. Dopo anni di opprimente ipocrisia democratica, in un mezzogiorno di sabato – grazie anche alle intercessioni di Pietro Nenni, amico di famiglia – convocata segretamente al cimitero di Predappio, donna Rachele riceve in una cassa di sapone la salma del marito. (…)
Pietrangelo Buttafuoco
Tina Anselmi
(1927)
Figlia del Veneto cattolico, classe 1927. Ragazzina della Resistenza. Democristiana dal 1944, quando aveva solo 17 anni, e quando anche la Dc aveva appena preso forma. Nel Consiglio nazionale del partito dal 1959, quando di anni ne aveva 32, ministro del Lavoro nel terzo governo Andreotti nel 1976, quando ne aveva 54. Eletta sei volte deputato tra il 1968 e il 1987. Le date, le stagioni, la regolarità e l’uniformità che scandiscono i suoi primi trent’anni di politica bastano da sole a fare di Tina Anselmi la dramatis persona della nascente democristianità, partigiana ciellenestica e consociativa, solida e materna, identitaria e domestica, nazionale e casalinga. (…).
La presidenza della commissione d’inchiesta parlamentare sulla P2, assegnatale nel 1982, cambiò il suo destino, quanto il moralismo giacobino, la vergogna del potere, l’istinto punitivo e tuttavia accomodante tra le parti, che furono la contraddittoria filosofia inquirente, dopo di allora, di tutte le commissioni parlamentari, cambiarono il corso del guerreggiato consociativismo italiano. (…). I 120 volumi degli atti della commissione che stroncò Licio Gelli e i suoi amici, gli interminabili fogli della Anselmi’s list, infatti, cacciavano streghe e acchiappavano fantasmi.
Pialuisa Bianco
NON CE L’HO FATTA A SCRIVERE TUTTO… ERO TROPPO DISGUSTATO!
(1927)
Figlia del Veneto cattolico, classe 1927. Ragazzina della Resistenza. Democristiana dal 1944, quando aveva solo 17 anni, e quando anche la Dc aveva appena preso forma. Nel Consiglio nazionale del partito dal 1959, quando di anni ne aveva 32, ministro del Lavoro nel terzo governo Andreotti nel 1976, quando ne aveva 54. Eletta sei volte deputato tra il 1968 e il 1987. Le date, le stagioni, la regolarità e l’uniformità che scandiscono i suoi primi trent’anni di politica bastano da sole a fare di Tina Anselmi la dramatis persona della nascente democristianità, partigiana ciellenestica e consociativa, solida e materna, identitaria e domestica, nazionale e casalinga. (…).
La presidenza della commissione d’inchiesta parlamentare sulla P2, assegnatale nel 1982, cambiò il suo destino, quanto il moralismo giacobino, la vergogna del potere, l’istinto punitivo e tuttavia accomodante tra le parti, che furono la contraddittoria filosofia inquirente, dopo di allora, di tutte le commissioni parlamentari, cambiarono il corso del guerreggiato consociativismo italiano. (…). I 120 volumi degli atti della commissione che stroncò Licio Gelli e i suoi amici, gli interminabili fogli della Anselmi’s list, infatti, cacciavano streghe e acchiappavano fantasmi.
Pialuisa Bianco
NON CE L’HO FATTA A SCRIVERE TUTTO… ERO TROPPO DISGUSTATO!
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